La mostra, ospitata e promossa dalla Benedicti Claustra Onlus si compone di 69 immagini a colori che ritraggono luoghi, persone e oggetti del sacro realizzate dalla fotografa a seguito di frequenti viaggi in Etiopia.
In questo paese dalle forti tradizioni popolari, tramite il linguaggio della fotografia, l’artista vuole approfondire e mettere a fuoco quegli elementi che costituiscono l’essenza stessa di una terra e di un popolo laddove l’influenza della religione e l’ortodossia ne sono fattori chiave.
Da secoli il sentimento religioso in Etiopia è profondamente radicato nella cultura del paese, lo si può cogliere ovunque e in ogni momento e Lizy Manola ha voluto esplorare sia le tradizioni religiose del paese che la vita quotidiana dei suoi abitanti, inestricabilmente legata alla loro vita spirituale.
Le sue fotografie mostrano le chiese in pietra, oggi riconosciute nell’elenco dei siti protetti dell’Unesco nella regione di Lalibela e le chiese scavate nella roccia della regione del Tigray, la meravigliosa atmosfera dei monasteri e dei monaci del Lago Tana, le città di Gondar, Bahir Dar, Adwa, Dire Dawa, Harar, Butajira, e Addis Abeba dove oggi i Musulmani sono tanti quanti i Cristiani e chiese e moschee spesso edificate l’una accanto all’altra. L’obiettivo della fotografa cattura le spettacolari festività religiose, le processioni, le notti di vigilia e i momenti di preghiera.
“le mie immagini tentano di salvaguardare e preservare il sentimento del sacro di un popolo, di una gente…la loro fede, il loro infinito rispetto per ciò che è sacro, la loro gentilezza d’animo”.
Lizy Manola
Il lavoro fotografico sull’Etiopia di Lizy Manola è legato a un più ampio progetto che l’artista sta portando avanti da tempo e che rimanda al rito e alle cerimonie ortodosse in luoghi particolarmente devoti alla testimonianza religiosa nel mondo. Alla mostra fa seguito il volume “Ethiopian Highlands”, prodotto dalla raffinata casa editrice Assouline che raccoglie le foto in esposizione e molte altre. Dopo Venezia, la mostra sarà ad Atene al Museo Cristiano Bizantino nel giugno 2015.
L’allestimento dell’esposizione nello spazio dell’Officina dell’Arte Spirituale dell’Abbazia di San Giorgio è stato curato dallo studio dell’architetto Paolo de Benedictis.