Le visite guidate agli spazi privati dell’Abbazia, erogabili in italiano e in inglese, vengono effettuate solo previa prenotazione all’indirizzo visite@abbaziasangiorgio.it
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Campanile
Il Campanile di San Giorgio Maggiore, comodamente agibile grazie a un ascensore, offre un suggestivo panorama sulla città di Venezia e sulla sua Laguna.
Venne interamente ricostruito nel 1791 dal frate somasco bolognese Benedetto Buratti, a seguito del crollo nel 1774 dell’originale campanile quattrocentesco, con soluzioni architettoniche e cromatiche decisamente affini a quelle del suo dirimpettaio, il Campanile di Piazza San Marco.
Spazi privati del Monastero, visitabili solo su prenotazione
Sacrestia palladiana
Tra gli ambienti progettati da Andrea Palladio per il Monastero di San Giorgio Maggiore vi è la Sacrestia antica, costruita negli ultimi anni del XVI secolo e completamente restaurata nel 2011. Ospita, al suo interno, la Presentazione di Gesù al Tempio (1570-1591/96 ca.) di Giuseppe Porta detto Salviati con interventi parziali di Palma il Giovane, due sculture raffiguranti San Marco e San Giorgio, attribuite alla Bottega del Lombardo, e un imponente Orologio murario realizzato nel XVII secolo, di grande impatto visivo per la sua architettura dipinta.
Cappella della Deposizione
Conosciuto come Cappella dei Morti, questo ambiente veniva destinato alla sepoltura dei monaci defunti, come testimoniano lungo il pavimento diverse lapidi.
Si presume che la porta d’ingresso della Cappella corrispondesse all’entrata della prima chiesa eretta su quest’Isola, nell’anno 790 d.C.
All’interno, sull’altare, spicca la celebre tela della Deposizione di Cristo nel Sepolcro, eseguita da Jacopo Tintoretto nel 1594, nota come ultima opera prima della sua morte, avvenuta infatti il 31 maggio dello stesso anno. Figura sulla tela, nei panni di Giuseppe d’Arimatea, un autoritratto del Maestro, ormai settantacinquenne.
La Cappella viene attualmente utilizzata dalla Comunità Benedettina per la preghiera quotidiana.
Cappella del Conclave
Destinata originariamente alla preghiera dei monaci dopo la mezzanotte, e per questo conosciuta come Coro Notturno, la Cappella è passata alla storia per aver ospitato nel 1800 un Conclave, al termine del quale venne eletto al soglio pontificio il benedettino Gregorio Barnaba Chiaramonti con il nome di Pio VII. L’assemblea cardinalizia che decretò la sua nomina non ebbe luogo, come di consuetudine, nella Cappella Sistina di San Pietro – essendo stata Roma occupata dall’esercito francese rivoluzionario prima, e napoletano poi. Ma, su ospitalità austriaca, il collegio cardinalizio si riunì presso questa Cappella privata del Monastero che, a seguito del prestigioso evento, acquisì la denominazione con cui oggi è meglio nota, quella di Cappella del Conclave. È ancora oggi possibile ammirare, sui seggi del Coro, i nomi dei 36 cardinali elettori e il caminetto utilizzato dagli stessi porporati per bruciare le schede di votazione e trasmettere ai fedeli in attesa la tradizionale fumata bianca.
Un altro punto di fondamentale interesse all’interno della Sala è costituito dal San Giorgio che uccide il drago di Vittore Carpaccio, datato 1516.
Di pregevole fattura è poi l’Albero della Religione Benedettina di Antonio Vassillacchi (1591), composto come un albero genealogico dell’Ordine Benedettino, alla cui radice si trova San Benedetto con la Regola e il pastorale tra le mani.
Degno di nota è anche il grazioso organo da camera costruito nel 1733 e tuttora funzionante.